La retribuzione e
la busta paga
ultima modifica 16/10/2012
Il lavoratore ha diritto ad una
retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni
caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un'esistenza libera e
dignitosa. (Articolo 36 della Costituzione della Repubblica Italiana)
Secondo quanto affermato dalla Costituzione, il
salario deve essere proporzionale, quindi adeguato alla durata e alla qualità della prestazione svolta, e sufficiente, cioè in grado di garantire
l’indipendenza dal bisogno da parte del lavoratore e della sua famiglia. Ne
consegue, quindi, che:
·
la retribuzione cresce se il lavoro supera l’orario normale, e diminuisce
nel caso di lavoro a tempo parziale;
·
se il lavoro richiede maggiori energie psico-fisiche (anche all’interno
nell’orario normale di lavoro) o un impegno superiore, a questo deve
corrispondere una maggiore retribuzione;
·
lo stipendio deve rispecchiare anche il merito del lavoratore, le mansioni
svolte e la qualità del lavoro.
Come si determina se la retribuzione è sufficiente?
In Italia non esiste
uno stipendio minimo fissato per legge e, in caso di controversie, è il Giudice a determinarlo. Di solito,
per retribuzione sufficiente si intende quella indicata nel contratto collettivo del settore in cui si inserisce il
rapporto di lavoro.
Modalità di erogazione della
retribuzione
Le modalità di erogazione della retribuzione vengono
di norma stabilite dai contratti collettivi. Questi prevedono che il pagamento
debba essere a cadenza mensile, ma può anche essere previsto un termine diverso. In ogni caso, nel
contratto viene sempre indicata una scadenza. Altri elementi della retribuzione
(tredicesima o altre mensilità, gratifiche, premi) hanno periodicità diverse.
Il pagamento della retribuzione, inoltre, deve essere sempre posticipato
rispetto allo svolgimento del lavoro.
E se il pagamento non viene effettuato o viene corrisposto in ritardo? Il
lavoratore può ricorrere al Tribunale del lavoro e pretendere gli interessi
maturati nel frattempo e la rivalutazione monetaria.
La busta paga
Salvo che in rari casi eccezionali, il datore di
lavoro deve consegnare a tutti i dipendenti una busta paga (o prospetto paga). Questa viene
data contestualmente al pagamento della retribuzione e deve contenere, oltre ai
dati e alla firma del datore di lavoro, anche tutti gli elementi della
retribuzione, comprese le trattenute.
Se la busta paga non viene consegnata, o viene data in ritardo, o contiene
inesattezze, al datore di lavoro viene applicata una sanzione amministrativa,
ma i pagamenti effettuati rimangono validi.
Le voci che compongono la busta paga variano
a seconda del contratto collettivo applicato, ma in linea generale è possibile
individuare tre tipi di voci:
·
retribuzione diretta: paga base, indennità di contingenza, scatti di anzianità, premio di
produzione, indennità previste dal contratto collettivo, superminimo, indennità
di vacanza contrattuale;
·
retribuzione indiretta: retribuzione per ferie, festività, permessi retribuiti, premio di
risultato, mensilità aggiuntive (tredicesima, quattordicesima);
·
retribuzione differita: trattamento di fine rapporto (TFR), altre indennità analoghe al TFR.
A marzo 2012 il sito web di notizie Giornalettismo ha
pubblicato un articolo esplicativo sulla
busta paga, utile per saperne di più
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LA RIFLESSIONE:
Quello che mi ha stupito negli uomini dell’occidente è che perdono la salute per fare i soldi e poi perdono i soldi per recuperare la salute. Pensano tanto al futuro che dimenticano di vivere il presente in tale maniera che non riescono a vivere ne il presente ne il futuro. Vivono come se non dovessero morire mai e muoiono come se non avessero mai vissuto!
Dalai Lama