Il consigliere regionale Giuseppe
Giordano ha inviato una richiesta al Presidente della quarta
commissione consiliare regionale Assetto e utilizzazione del territorio
e protezione dell'ambiente On.le Gianluca Gallo, nella quale si chiede
di farsi carico di programmare nella prima seduta utile della
Commissione l’audizione del Dirigente Generale del Dipartimento Ambiente
regionale ,Ing.Bruno Gualtieri, del Commissario Straordinario
Dott. Domenico Percolla, del Sottosegretario alla Protezione
civile Franco Torchia, dei rappresentanti degli ordini professionali,
dell’ANCI e dell’UPI, dell’ ing.Salvatore Siviglia, Segretario Generale
dell’Autorità di Bacino regionale, affinchè tutti riferiscano,
per quanto di competenza,sullo stato di Attuazione dell’AP, sullo stato
dell’iter riguardante l’ aggiornamento del PAI regionale, sugli
ulteriori interventi programmati da parte della regione per la
mitigazione del rischio idrogeologico, sulle questioni attuali che
ineriscono a tale problematica.
Tale richiesta avanzata dal
consigliere Giordano fa seguito ad una interrogazione a risposta
immediata presentata dallo stesso“Sullo stato di attuazione dell’Accordo
di programma (AP) tra la regione Calabria e il Ministero dell’Ambiente
del novembre 2010 per la mitigazione del rischio idrogeologico in
Calabria” , sulla quale l’assessore Giuseppe Gentile, nel rispondere
in sede di assise regionale, ha delineato un quadro allarmante della
situazione nella nostra regione . In particolare, a fronte di ingenti
risorse finanziarie impegnate( 220 milioni di euro), stante le
difficoltà gestionali da parte della struttura commissariale, gli
interventi avviati sono stati pochissimi a fronte di 139 interventi
approvati. Da qui, secondo quantoriferito dall’assessore Gentile, la
richiesta inoltrata dal governo regionale al Ministro dell’Ambiente di
revocare il commissario straordinario e delegare la regione nella
gestione delle risorse di cui all’AP.
Su questi presupposti con la
richiesta depositata Giordano ritiene ormai indifferibile una azione
conoscitiva puntuale e dettagliata al fine di poter comprendere lo stato
di attuazione di tutti gli interventi che la Regione ha in essere per
la difesa del suolo e della mitigazione del rischio idrogeologico così
come appare urgente provvedere all’adeguamento del Piano di assetto
idrogeologico della Calabria che è fermo all’anno 2001, strumento
quest’ultimo indispensabile e senza il quale non è possibile alcuna
strategia di difesa del suolo della Calabria. A ciò si aggiunga la
necessità e l’urgenza di avere chiarimenti sugli interventi finanziati
e/o programmati da parte della regione contro il dissesto idrogeologico
con l’utilizzo di fondi ulteriori rispetto a quanto previsto
dall’Accordo di Programma, tenuto conto che il territorio calabrese
presenta criticità in numerose aree non oggetto di intervento da parte
del succitato AP.
DA STRILL.it
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SORVEGLIANZA IDRAULICA
Sono
trascorsi quasi tre anni da quando l’Afor, previa selezione pubblica
effettuata attraverso i centri territoriali per l’impiego, ha avviato in
servizio circa 300 lavoratori su scala regionale con le qualifiche di
ufficiale idraulico, sorvegliante idraulico ed addetti ai centri di
digitalizzazione.
L’assunzione
è scaturita dall’applicazione della Legge Regionale n° 31 del 19
ottobre 2009, modificata ed integrata dalla Legge Regionale n° 52 del 28
dicembre 2009, recante la dicitura “reclutamento del personale –
Presidi idraulici”, al fine di “garantire il servizio pubblico
essenziale di monitoraggio della rete idrografica regionale”.
Si
è trattato della conclusione di un percorso avviato nell’ormai lontano
1999, quando la Regione Calabria intese avviare, con una delibera di
Giunta, il servizio di sorveglianza idraulica. Prima di arrivare
all’assunzione da parte dell’Afor, i lavoratori interessati sono stati
alle dipendenze di società di lavoro interinale prima e di società in
regime di outsourcing poi.
La
stabilizzazione era sembrata, a tutti noi, il giusto riconoscimento per
la professionalità e le competenze acquisite in anni di presenza
costante su tutti i corsi d’acqua del territorio regionale, piccoli e
grandi. Degli stessi si è acquisita una conoscenza dettagliata e
meticolosa, centimetro quadrato per centimetro quadrato.
Sembrava
l’alba di un nuovo giorno, una inversione di tendenza seria in tema di
politiche attive per la prevenzione del dissesto idrogeologico, per la
tutela del suolo e la salvaguardia dell’incolumità pubblica.
Sembrava
che finalmente si volesse voltare pagina e mettersi dietro le spalle i
ricordi dei tanti catastrofici eventi alluvionali che hanno
negativamente segnato la storia della nostra terra, definita dal
meridionalista Giustino Fortunato “sfasciume pendulo tra due mari”.
Tante
le aspettative che si erano create tra noi lavoratori, illusi dalla
falsa aspettativa di essere finalmente valorizzati per la
professionalità e la competenza che siamo in grado di mettere in campo.
Quanto è triste verificare che, invece, nulla di tutto ciò si è avverato. I presidi idraulici non sono mai partiti. Nella
strategia complessiva di mitigazione del rischio idrogeologico ed
idraulico si continua a non tenere conto del bacino dei lavoratori della
sorveglianza idraulica. Non veniamo mai citati, non veniamo mai
coinvolti. Leggiamo poi sui giornali di sequestri di discariche e
quant’altro effettuati negli alvei fluviali dalla polizia provinciale,
dal corpo forestale dello stato, dalla guardia di finanza. Probabilmente
grazie alle nostre segnalazioni. Siamo gli “invisibili”. Ci sentiamo
ignorati, penalizzati, mortificati.
E’
giunto il tempo di non assistere più inermi e passivi alle dinamiche
che si muovono intorno a noi. Siamo giunti alla decisione di
autodeterminarci ed autorappresentarci, per gridare forte tutto il
nostro disappunto per la situazione di grave disagio che stiamo vivendo.
Chiediamo in modo energico che alcune questioni vengano affrontate da chi di competenza senza tergiversare ulteriormente:
- Le
attività ed il personale del servizio di monitoraggio della rete
idrografica regionale venga sganciato dall’Afor e collocato all’interno
della struttura dell’Autorità di Bacino Regionale o, in subordine,
presso il dipartimento della Protezione Civile Regionale;
- Il
rapporto di lavoro venga trasformato da contratto di diritto privato a
contratto di diritto pubblico, in quanto siamo stati assunti dopo
regolare selezione pubblica;
- Il
rapporto di lavoro, ad oggi part-time di tipo verticale con copertura
di soli tre giorni settimanali, venga rimodulato in full-time, con
copertura dell’intera settimana lavorativa ed annessa reperibilità per
eventi di calamità naturale, posto che la sorveglianza idraulica è
considerata “servizio essenziale di pubblica utilità”.
Struttura di coordinamento dgr n. 602_del 14.09.2010