sabato 29 giugno 2013

Drone : Dimostrazione operativa presso il centro ICT Sud dell'UNICAL

I droni in foto sono stati realizzati dalla Geodetix, una società locale cosentina  che ha già riscosso un notevole successo . 
Gli apparecchi hanno misure variabili , da poche decine di centimetri a più di un metro, dotati di telecamere che riprendono e poi trasmettono i dati al pc a terra
Alcuni  servizi offerti :
CONTROLLO AEREO DEL TERRITORIO:
-monitoraggio ambientale: Dissesto idrogeologico 
-monitoraggio dell'erosione costiera
-rilievi fotografici e filmati
- restituzione delle foto, video e dati su cartografia
-Riprese aeree per TV locali e nazionali
- monitoraggio cantieri Grandi Opere
- Rilievi in 3D

 pa.provenzano@alice.it- cell 3482641043


articolo

Drone "Furore"

Drone in volo


attrezzatura a terra

drone in volo sul ponte Bucci Unical

particolare


GRANDE INTERESSE E SUCCESSO PER IL CONVEGNO ORGANIZZATO DALLA FIDAPA SULLA NUOVA AGENZIA "CALABRIA VERDE"...GRAZIE ALL'IMPEGNO DELLA Dott.ssa BRUNA SIVIGLIA

Foto: 28 Giugno CONVEGNO: "Le Prospettive della nuova agenzia "Calabria Verde" per le politiche della montagna". 
Stiamo cercando di prevedere anche un riconoscimento in crediti formativi per gli studenti forestali ;) 
REGGIO CALABRIA  - Per un’Afor che muore, c’è una Calabria Verde che nasce. La riforma della forestazione calabrese è ormai legge, sancita dai voti del centrodestra e del Pd, che in questa circostanza hanno riprodotto su scala locale, e su un testo specifico, l’alleanza in via di sperimentazione del governo Letta. Il provvedimento – varato con la maggioranza dei due terzi dell’assemblea, come previsto dallo Statuto regionale – determina anche la soppressione e successiva messa in liquidazione delle Comunità montane.
L’Afor lascia dunque spazio all’Azienda Calabria Verde, il nuovo ente strumentale «di diritto pubblico non economico» della Regione, dotato di autonomia amministrativa, finanziaria, contabile e organizzativa.
La nuova agenzia segna un passaggio fondamentale nella storia di questa legislatura, dopo le vibranti proteste della scorsa estate, quando i forestali calabresi occuparono Palazzo Campanella per bloccare il varo di una riforma ritenuta fortemente penalizzante per la stabilità lavorativa dei dipendenti. Il tempo e le modifiche al provvedimento hanno sanato le ferite e sciolto i veti. Calabria Verde viene accolta dal voto favorevole di Pdl, Pd, Udc e Rosario Mirabelli (Misto). Astensione invece per il gruppo di Italia dei valori e Federazione della sinistra (Damiano Guagliardi), mentre Pasquale Tripodi (Misto) ha lasciato l’aula al momento del varo del provvedimento. Unico no da parte di Mario Franchino (Pd).
Dopo la riforma degli enti sub-regionali approvata martedì scorso, il consiglio regionale dà così il via libera anche alla riorganizzazione della forestazione e determina la fine dell’Afor, assieme all’Arssa (agricoltura) ritenuto un carrozzone mangiasoldi incapace di garantire i servizi necessari per la salvaguardia ambientale.

IL RIORDINO SECONDO SCOPELLITI -  Parla di «svolta epocale» il governatore Scopelliti, secondo cui quella approvata è la riforma di «un comparto che spesso è stato aggredito e mortificato». Calabria Verde «è un’azienda senza debiti e con un nuovo management che, col contributo dei sindacati, porterà risultati», ha detto il presidente della Regione. Lo sforzo consiste nel rendere produttivi i 70mila ettari di boschi calabresi. «È questa la sfida, non c’è altra strada», aggiunge Scopelliti, che avverte sindacati e lavoratori: «Se questa realtà non sarà produttiva, avremo cambiato una semplice sigla». Ma il governatore incassa comunque quello che ritiene un risultato storico: «Dopo sei anni chiudiamo l’esperienza di un ente in liquidazione dal 2007. Qualche tempo fa è toccato all’Arssa. Da qui a qualche mese cambieremo anche i Consorzi di bonifica che verranno dimezzati, per rendere il comparto utile e funzionale alle prospettive che noi abbiamo disegnato». Anche se il governatore ammette che al momento non esiste totale copertura finanziaria per la riforma, «per cui in futuro dovremo trovare nuove risorse».




























Bombino nuovo presidente dell’Ente Nazionale dell’Aspromonte




Giovane docente della facoltà di Agraria della Mediterranea 

Bombino nuovo presidente dell’Ente Nazionale dell’Aspromonte

Reggio Calabria. È Giuseppe Bombino il nuovo presidente dell’Ente Parco Nazionale dell’Aspromonte. L’ufficializzazione è giunta con Decreto del Ministro dell’Ambiente.

Giuseppe Bombino, dopo la Laurea in Scienze Forestali presso l’Università degli Studi di Reggio Calabria, ha conseguito il Dottorato di Ricerca in “Idronomia Ambientale” presso l’Università degli Studi di Palermo. Attualmente è Ricercatore e docente presso il Dipartimento di AGRARIA dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria nel settore scientifico-disciplinare “Idraulica e Sistemazioni idraulico-forestali”, occupandosi di difesa del suolo, di pianificazione dei bacini idrografici e di ecosistemi fluviali.
E’ Consigliere dell’Ordine dei Dottori Agronomi e Forestali della Provincia di Reggio Calabria, nonché Socio Fondatore dell’Associazione Socio-culturale “Fondazione Selvicoltori e Forestali della Calabria” (SELVIFOR CALABRIA), Componente del Tavolo Tecnico Organizzativo dell’Università per Stranieri “Dante Alighieri” di Reggio Calabria. E’ stato co-estensore del Programma regionale per le attività di forestazione e la gestione delle foreste regionali di cui alla Legge Forestale Regionale n. 45 del 2012.
Profondo conoscitore della montagna, ha dedicato, nel corso della sua attività professionale e di ricerca, ampio spazio ai temi dello sviluppo e valorizzazione dell’Aspromonte; accanto alla cospicua produzione scientifica, si ricordano anche contributi in volumi/pubblicazioni aventi ad oggetto proprio l’Aspromonte quali, ad esempio, “Fiumare d’Aspromonte”, “Il Parco Nazionale dell’Aspromonte”, “Foreste e alberi in Aspromonte tra storia e leggenda” e la “Guida ai Caselli Forestali della Provincia di Reggio Calabria”.
Lunedì 24 giugno 2013

mercoledì 19 giugno 2013

BRUNA SIVIGLIA.." PUNTARE SULLE RISORSE NATURALI...

BRUNA SIVIGLIA.." PUNTARE SULLE RISORSE NATURALI...

DAL BLOG DELL' Ass. G. MANCINI



DAL BLOG DELL' Ass. G. MANCINI

REGIONE; CON ASSESTAMENTO 357 MILIONI DI EURO PER PAGARE DEBITI P.A. - Rassegna stampa

Il dato politicamente piu’ saliente dell’assestamento e’ l’iscrizione nel bilancio della regione delle cd anticipazione di liquidita’ che per la Calabria ammontano a 357 milioni di euro. Cosi Giacomo Mancini illustrando in commissione la manovra di assestamento di bilancio.
E’ una risposta concreta che l’amministrazione guidata dal Governatore Scopelliti offre per tentare di superare il momento di crisi economica attraverso la riduzione delle sofferenze di imprese e soggetti che vantano crediti nei confronti della Pubblica Amministrazione.
Gli importi riguardano i debiti certi liquidi ed esigibili diversi da quelli finanziari e sanitari, e sono stati determinati con decreto del Ministero dell’Economia e delle Finanze del 14 maggio 2013 in 250 milioni circa, di cui una prima tranche di 101 milioni sarà erogata alla Regione nell’anno 2013 ed una seconda tranche di 149 milioni nel 2014. A tale importo si aggiunge l’anticipazione di liquidità di 107 milioni di euro attribuita con decreto del MEF del 17 aprile ai sensi dell’art. 3 del citato DL 35/2013, che sarà destinato alla copertura dei debiti della Sanità maturati a tutto il 31.12.2012.
Per portare a casa questa partita e per dare cosi’ un’altra risposta alle necessità di pagamento dei crediti vantati dagli Enti Locali e dal settore produttivo e per fronteggiare l’emergenza dei debiti accumulati dalla Regione al 31 dicembre 2012 causati da carenza di liquidità, la Regione ha dovuto garantire la copertura finanziaria delle rate di ammortamento, che complessivamente ammonteranno a regime a 19 milioni di euro circa.
A tale scopo, è stato necessario inserire in questo disegno di legge una specifica misura legislativa di copertura del prestito che da un lato ha individuato le risorse e dall’altro le ha vincolate specificamente, per trent’anni, a decorrere dal 2014, al rimborso.
L’assestamento ha espressamente vincolato allo scopo una quota corrispondente della tassa automobilistica, rinunciando decisamente a misure fiscali, ed in particolare ad un ulteriore incremento dell’addizionale regionale Irpef, già ai livelli massimi consentiti per via dei disavanzi pregressi della Sanità.

venerdì 14 giugno 2013

Calabria - La Regione cancella le Comunità montane e i presidenti lanciano "un soggetto politico"

 Giovedì 13 Giugno 2013 

La Regione cancella le Comunità montane e i presidenti lanciano "un soggetto politico"

Dura presa di posizione dei responsabili degli enti montani che hanno inviato una lettera aperta a Scopelliti e Talarico. "La legge regionale fa rivivere la vecchia Afor, agenzia produttrice di forti passività e posta in liquidazione ormai da anni, e sopprime le Comunità montane che hanno operato positivamente. La legge regionale elimina la democrazia rappresentativa dei territori"

 https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiIdY3JvYZbQDVO_qjDRE8MgvHh3f5XGT7nMXQqG27yEN4apI5mhBr9fGJ4pgdgOSOG_1-T6Es8q2e_uzzxoJteB4_Nb3KUxtaZN8WriuTdzzfj43BnE2CzMH08WyYaMkl2CuCC5CHDVK4-/s1600/Micari-Presidente.jpg 

Il Coordinatore dei Presidenti Antonio Micari.



CATANZARO - Il Consiglio Regionale della Calabria, su proposta della Giunta Regionale, ha approvato la legge che istituisce l'Azienda Calabria Verde e sopprime le Comunità Montane. I Presidenti non ci stanno a far passare l'idea che ciò sia un fatto positivo mentre in realtà si ricostruiscono carrozzoni produttori di deficit e si sopprimono enti efficienti che hanno tutelato la montagna calabrese. Ormai la legge è fatta ma è giusto che l'opinione pubblica conosca la verità.
LETTERA APERTA
Al Presidente della Giunta Regionale
Al Presidente del Consiglio Regionale
All'Assessore all'Agricoltura
Ai Consiglieri Regionali
Al Sottosegretario alle Riforme
I presidenti delle comunità montane calabresi si sono riuniti, nella sede della C.M. del Savuto a Rogliano, per valutare la legge regionale che istituisce l'azienda denominata Calabria Verde e sopprime le CC.MM. nonché per esaminare le possibili conseguenze negative per i territori montani della Calabria. La nuova azienda regionale da un lato di fatto fa rivivere la vecchia AFOR, agenzia produttrice di forti passività e posta in liquidazione ormai da anni, e dall'altro sopprime le comunità montane che per 40 anni hanno operato positivamente a favore dei territori montani e senza produrre deficit e passività.
Si costruisce, nella sostanza, un nuovo carrozzone che riprodurrà la stessa logica gestionale della vecchia AFOR, riproducendo anch'essa inefficienze, scarsi interventi nel territorio e probabilmente nuovi debiti non scongiurabili dal paravento legislativo che obbliga al pareggio di bilancio. Una nuova azienda regionale sicuramente più rispondente alla logica di potere dei governanti regionali, tramite la nomina di un amministratore unico (il direttore generale) e più fortemente caratterizzata da una spregiudicata logica di congestione politico-sindacale attraverso il comitato tecnico di indirizzo di cui su 11 componenti ben 4 sono rappresentanti delle organizzazioni sindacali. E' del tutto evidente, vista l'evoluzione del testo legislativo che vede passare tale comitato dagli originari 5 componenti prima a 9 ed infine ad 11, che la lievitazione dei posti di potere ha costituito il miele più dolce perché la legge finalmente ottenesse un più ampio consenso finale sia politico che sindacale.
Le comunità montane, invece, hanno sempre svolto compiti meritori a difesa degli interessi della montagna e lo hanno fatto con competenza, efficacia ed economicità. Le difficoltà operative degli ultimi anni sono il risultato congiunto delle miopi politiche nazionali di taglio dei finanziamenti per la montagna e dalle politiche regionali che in contrasto con le sue stesse leggi hanno visto via via sottrarre alle comunità montane compiti, funzioni e risorse.
La Regione Calabria, al contrario di quanto hanno fatto tutte le altre Regioni, anziché procedere alla modernizzazione ordinamentale e funzionale delle CC.MM., anche trasformandole in unioni di comuni montani e quindi conservando il loro ruolo di enti locali democraticamente eletti e rappresentativi dei territori montani dei comuni associati, ha preferito togliere di mezzo questi enti perché la loro democraticità rappresentativa ed il loro legame col territorio e con le sue popolazioni non erano omologabili al volere ed al potere dei governanti regionali di turno. Inoltre, con tale legge la Regione ha scientemente perseguito l'obiettivo di mettere proditoriamente le mani sui loro patrimoni costruiti in decenni di oculata gestione amministrativa, di sacrifici dei comuni associati e di qualificata attività a favore delle zone interne.
Infatti, con la nuova legge regionale, il loro patrimonio viene sottratto ai legittimi titolari, soprattutto i comuni che per decenni hanno pagato le quote associative, e viene con prepotenza giuridica e sostanziale conferito alla nuova azienda regionale con l'evidente scopo anche di appianare il deficit enorme che la stessa azienda eredita dalla vecchia AFOR.
I presidenti delle comunità montane, a questo proposito, esprimono il loro disappunto per la debolezza e la disattenzione che i sindaci dei comuni associati hanno dimostrato di fronte alla scelta regionale di sopprimere le comunità montane e di trasferire alla nuova azienda un così consistente patrimonio costituito da esperienze professionali, da democrazia rappresentativa, da servizi resi alle aree più deboli, del loro patrimonio di beni mobili, immobili, attrezzature e strutture turistiche. Non si sono resi conto, forse, che da tale legge regionale i comuni saranno chiamati a pagare le poste passive dei bilanci comunitari mentre voleranno verso altre strutture le poste attive.
Inoltre non si sono resi conto che con la soppressione delle comunità montane, enti locali per legge già unione di comuni montani, essi stessi vengono privati di una struttura associativa che in futuro saranno costretti a ricostituire ma con costi a carico dei rispettivi bilanci.
Una siffatta sciagurata e truffaldina decisione legislativa assunta ai danni delle comunità locali montane e degli stessi comuni, soprattutto i più piccoli che caratterizzano il tessuto democratico dei territori montani calabresi, non può essere nata che da una visione politica antidemocratica che predilige strumenti di gestione asserviti al potere e non un potere democratico diffuso nel territorio. Solo in tali contesti può essere stata approvata una legge, peraltro sconosciuta nel suo testo finale da gran parte degli stessi consiglieri regionali, i quali però di fronte a un modello monocratico di comando hanno dovuto limitarsi ad alzare la mano e far finta di conoscere ciò che votavano. Solo in questo contesto può essere stata approvata senza che essa passasse prima per il vaglio delle commissioni consiliari competenti e nel totale disprezzo dello statuto della Regione Calabria che prevede espressamente la presenza delle CC.MM. nella rete degli enti territoriali.
Stupisce che in consiglio regionale forze politiche di rilievo che pur avevano presentato disegni di legge alternativi a quello della Giunta regionale alla fine si siano accodati alla volontà della Giunta mettendo a tacere qualche coscienza critica di tale modo di procedere. E' incomprensibile che il disegno legislativo del governo regionale prima viene bocciato, nel mese di ottobre 2012, e dopo soli 6 mesi il dissenso scompare e per incanto si esprime addirittura il voto favorevole.
I presidenti delle comunità montane calabresi, in questo stato di confusione, non possono non esprimere, invece, il proprio apprezzamento per il comportamento di coerenza e di chiarezza politica del consigliere regionale on. Pasquale Tripodi. Egli, presentatore di un disegno di legge che prevedeva la trasformazione delle CC.MM. in unione di comuni montani e che nell'ottobre 2012 aveva contribuito (abbandonando l'aula del consiglio regionale) a bocciare la legge presentata dalla Giunta, nell'occasione dell'approvazione ha confermato la sua posizione politica ed ha abbandonato l'aula per dissenso totale e nella speranza che altri consiglieri facessero la stessa cosa.
La legge approvata, peraltro, insiste sul fatto che essa "consentirà l'eliminazione della spesa corrente per gli organi politici". Insistendo nella falsità la Giunta regionale, ma oggi anche il Consiglio regionale, vuole sostenere che si persegue un obiettivo di riduzione del costo della politica.
I presidenti delle comunità montane, come per il passato, rifanno la domanda: di quali costi parlate?
Sono ormai anni che gli amministratori delle comunità montane non percepiscono alcuna indennità e quando la percepivano il costo globale per 20 presidenti, 60 assessori e 300 consiglieri era quasi pari a quello di uno solo dei tanti alti incarichi attribuiti dalla Giunta regionale. In questi anni, proprio per amore della montagna e del servizio svolto a favore delle popolazioni montane, gli amministratori di questi enti hanno evitato di chiedere il pagamento dell'indennità spettante in virtù della stessa legge regionale dimostrando disinteresse personale, autentico volontarismo politico ed esclusivo interesse per la montagna calabrese.
Oggi, dopo l'approvazione della legge di soppressione senza alcun confronto con gli amministratori interessati, i presidenti si vedono costretti a riflettere sulla scelta fin qui compiuta e quindi a valutare l'attivazione di qualsiasi azione utile per ottenere tutto ciò che non hanno percepito e che erano disposti a rinunciarvi pur di far vivere gli enti di governo democratico dei problemi della montagna.
Analogamente, i presidenti ritengono, a fronte del rischio che la montagna calabrese subisca un ulteriore abbandono, che l'esperienza amministrativa delle comunità montane non debba disperdersi ma vada recuperata in una associazione regionale di natura politico-culturale col compito di animare il territorio montano, mantenendo vivo il bisogno di interventi in sua difesa. E' indispensabile che le popolazioni montane si ritrovino e si riconoscano in un organismo politico-culturale di rappresentanza diretta da far pesare in ogni occasione e che si cimenti "quali amici della montagna" con le altre forze politiche in tutte le occasioni di confronto, non escluso quello elettorale.
I presidenti incaricano Antonino Micari di assolvere provvisoriamente il compito di coordinatore di tutte le iniziative da assumere per verificare la fattibilità delle azioni prefigurate.
da Rogliano
I PRESIDENTI DELLE COMUNITA' MONTANE CALABRESI
IL COORDINATORE DEI PRESIDENTI
Antonino Micari

mercoledì 12 giugno 2013

Forum PGRA Calabria - Piano di gestione rischio alluvioni Distretto Idrografico dell'Appennino Meridionale

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Con delibere n.644 del 21/09/2009 e n.602 del 14/09/2010, la Giunta Regionale ha affidato all’Autorità di Bacino Regionale la programmazione delle attività dei Presidi Territoriali Idrologeologici Idraulici attraverso la costituzione di una struttura di Coordinamento composta dagli Enti operanti in materia di Difesa del Suolo e di Protezione Civile.
All’interno del Presidio è stato avviato il servizio di Vigilanza e Sorveglianza Idraulica (Capo I del R.D. 9 dicembre 1937 n. 2669) che consiste nella osservazione di quei parametri che concorrono a definire in modo sistematico i processi evolutivi dei singoli bacini idrografici.
In questo contesto, sono state compilate delle schede di segnalazione che contengono  segnalazioni varie sullo stato di degrado delle opere idrauliche di taluni tratti di corsi d’acqua e accumuli di materiali di scarto e di rifiuti di vario genere negli alvei e che in caso di piena sono  di ostacolo al normale deflusso delle acque con conseguente pericolo di esondazione.
Le Schede di Rilevamento approvate dalla Struttura di Coordinamento dei Presidi Territoriali Idrogeologici  e Idraulici nella seduta del 31 gennaio 2012, che vengono utilizzate dai Sorveglianti idraulici per le attività di segnalazione e monitoraggio potranno essere usate dai Comuni e da gli Enti che hanno competenza nella gestione del territorio anche per  avviare specifici accertamenti e verificare eventuali situazioni di abusi e violazioni di legge oltre ad intervenire per  rimuovere tutte le situazioni di criticità  volti a  ripristinare l’officiosità idraulica dei corsi d’acqua.
All’interno di questa sezione sono consultabili le delibere relative al servizio di Sorveglianza Idraulica, i verbali di riunione della “Struttura di Coordinamento dei Presidi Territoriali Idrologici Idraulici” che danno il resoconto dell’attività di programmazione e sorveglianza, l’elenco delle  schede di segnalazione compilate, le schede di rilevamento, la nota inviata a tutti i Comuni della Calabria e il Piano di Manutenzione degli Alvei.

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Forum PGRA Calabria - Piano di gestione rischio alluvioni Distretto Idrografico dell'Appennino Meridionale



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lunedì 10 giugno 2013

Grandi numeri per la simulazione di emergenza

MELITO

Grandi numeri per la simulazione di emergenza

07/06/2013

300 volontari, 22 associazioni e decine di mezzi per l'esercitazione di domani della protezione civile

Grandi numeri per la simulazione di emergenza

Grandi numeri per “Aspromonte VI”, l’esercitazione di Protezione civile programmata per questo fine settimana a Melito Porto Salvo. Tra oggi e domani, per la simulazione di emergenze di varia natura, saranno mobilitati 300 volontari, 22 associazioni e decine di mezzi. Tutte le operazioni sul campo verranno poste in essere tra il Lungomare dei Mille, dove verrà allestito il quartier generale, e Pentedattilo. Obiettivo della simulazione sarà il perfezionamento dei meccanismi di intervento delle squadre di soccorso, accrescere il livello operativo, favorire lo scambio di esperienze tra associazioni e operatori. 
Promosso dalla rete tematica di Protezione civile del Centro servizi di volontariato provinciale e dal Comune di Melito Porto Salvo, 
Grandi numeri per “Aspromonte VI”, l’esercitazione di Protezione civile programmata per questo fine settimana a Melito Porto Salvo. Tra oggi e domani, per la simulazione di emergenze di varia natura, saranno mobilitati 300 volontari, 22 associazioni e decine di mezzi. Tutte le operazioni sul campo verranno poste in essere tra il Lungomare dei Mille, dove verrà allestito il quartier generale, e Pentedattilo. Obiettivo della simulazione sarà il perfezionamento dei meccanismi di intervento delle squadre di soccorso, accrescere il livello operativo, favorire lo scambio di esperienze tra associazioni e operatori. Promosso dalla rete tematica di Protezione civile del Centro servizi di volontariato provinciale e dal Comune di Melito Porto Salvo -


ANCHE LA PROCIV - ARCI di PALMI ERA PRESENTE A QUESTA ESERCITAZIONE CON I GIOVANI VOLONTARI, CHE SI SONO DISTINTI PER IL LORO ATTIVISMO E PROFESSIONALITA'
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