REGGIO CALABRIA - Per un’Afor che muore, c’è una Calabria Verde che nasce.
La riforma della forestazione calabrese è ormai legge, sancita dai voti
del centrodestra e del Pd, che in questa circostanza hanno riprodotto
su scala locale, e su un testo specifico, l’alleanza in via di
sperimentazione del governo Letta. Il provvedimento – varato con la
maggioranza dei due terzi dell’assemblea, come previsto dallo Statuto
regionale – determina anche la soppressione e successiva messa in
liquidazione delle Comunità montane.
L’Afor lascia dunque spazio all’Azienda Calabria Verde, il nuovo ente strumentale «di diritto pubblico non economico» della Regione, dotato di autonomia amministrativa, finanziaria, contabile e organizzativa.
La nuova agenzia segna un passaggio fondamentale nella storia di questa legislatura, dopo le vibranti proteste della scorsa estate, quando i forestali calabresi occuparono Palazzo Campanella per bloccare il varo di una riforma ritenuta fortemente penalizzante per la stabilità lavorativa dei dipendenti. Il tempo e le modifiche al provvedimento hanno sanato le ferite e sciolto i veti. Calabria Verde viene accolta dal voto favorevole di Pdl, Pd, Udc e Rosario Mirabelli (Misto). Astensione invece per il gruppo di Italia dei valori e Federazione della sinistra (Damiano Guagliardi), mentre Pasquale Tripodi (Misto) ha lasciato l’aula al momento del varo del provvedimento. Unico no da parte di Mario Franchino (Pd).
Dopo la riforma degli enti sub-regionali approvata martedì scorso, il consiglio regionale dà così il via libera anche alla riorganizzazione della forestazione e determina la fine dell’Afor, assieme all’Arssa (agricoltura) ritenuto un carrozzone mangiasoldi incapace di garantire i servizi necessari per la salvaguardia ambientale.
IL RIORDINO SECONDO SCOPELLITI - Parla di «svolta epocale» il governatore Scopelliti, secondo cui quella approvata è la riforma di «un comparto che spesso è stato aggredito e mortificato». Calabria Verde «è un’azienda senza debiti e con un nuovo management che, col contributo dei sindacati, porterà risultati», ha detto il presidente della Regione. Lo sforzo consiste nel rendere produttivi i 70mila ettari di boschi calabresi. «È questa la sfida, non c’è altra strada», aggiunge Scopelliti, che avverte sindacati e lavoratori: «Se questa realtà non sarà produttiva, avremo cambiato una semplice sigla». Ma il governatore incassa comunque quello che ritiene un risultato storico: «Dopo sei anni chiudiamo l’esperienza di un ente in liquidazione dal 2007. Qualche tempo fa è toccato all’Arssa. Da qui a qualche mese cambieremo anche i Consorzi di bonifica che verranno dimezzati, per rendere il comparto utile e funzionale alle prospettive che noi abbiamo disegnato». Anche se il governatore ammette che al momento non esiste totale copertura finanziaria per la riforma, «per cui in futuro dovremo trovare nuove risorse».
L’Afor lascia dunque spazio all’Azienda Calabria Verde, il nuovo ente strumentale «di diritto pubblico non economico» della Regione, dotato di autonomia amministrativa, finanziaria, contabile e organizzativa.
La nuova agenzia segna un passaggio fondamentale nella storia di questa legislatura, dopo le vibranti proteste della scorsa estate, quando i forestali calabresi occuparono Palazzo Campanella per bloccare il varo di una riforma ritenuta fortemente penalizzante per la stabilità lavorativa dei dipendenti. Il tempo e le modifiche al provvedimento hanno sanato le ferite e sciolto i veti. Calabria Verde viene accolta dal voto favorevole di Pdl, Pd, Udc e Rosario Mirabelli (Misto). Astensione invece per il gruppo di Italia dei valori e Federazione della sinistra (Damiano Guagliardi), mentre Pasquale Tripodi (Misto) ha lasciato l’aula al momento del varo del provvedimento. Unico no da parte di Mario Franchino (Pd).
Dopo la riforma degli enti sub-regionali approvata martedì scorso, il consiglio regionale dà così il via libera anche alla riorganizzazione della forestazione e determina la fine dell’Afor, assieme all’Arssa (agricoltura) ritenuto un carrozzone mangiasoldi incapace di garantire i servizi necessari per la salvaguardia ambientale.
IL RIORDINO SECONDO SCOPELLITI - Parla di «svolta epocale» il governatore Scopelliti, secondo cui quella approvata è la riforma di «un comparto che spesso è stato aggredito e mortificato». Calabria Verde «è un’azienda senza debiti e con un nuovo management che, col contributo dei sindacati, porterà risultati», ha detto il presidente della Regione. Lo sforzo consiste nel rendere produttivi i 70mila ettari di boschi calabresi. «È questa la sfida, non c’è altra strada», aggiunge Scopelliti, che avverte sindacati e lavoratori: «Se questa realtà non sarà produttiva, avremo cambiato una semplice sigla». Ma il governatore incassa comunque quello che ritiene un risultato storico: «Dopo sei anni chiudiamo l’esperienza di un ente in liquidazione dal 2007. Qualche tempo fa è toccato all’Arssa. Da qui a qualche mese cambieremo anche i Consorzi di bonifica che verranno dimezzati, per rendere il comparto utile e funzionale alle prospettive che noi abbiamo disegnato». Anche se il governatore ammette che al momento non esiste totale copertura finanziaria per la riforma, «per cui in futuro dovremo trovare nuove risorse».
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