REGGIO CALABRIA - L’Assessore regionale alla cultura Mario Caligiuri, a nome del Presidente della Regione Giuseppe Scopelliti, ha comunicato alla presidentessa del Premio “Viareggio Repaci” Rosanna Bettarini che “La Calabria si candida ad ospitare il Premio Viareggio a Palmi, assicurando il massimo sostegno possibile".
La proposta si spiega con l’intenzione degli organizzatori del Premio letterario, creato da Leonida Repaci, di divorziare dal Comune di Viareggio che lo ha ospitato per 36 anni. Il Presidente Scopelliti ha dichiarato che "sarebbe bello radicare uno dei premi letterari più importanti d’Italia a Palmi, dove è nato lo scrittore che lo ha inventato e reso importante nel mondo". La Presidentessa Bettarini ha risposto che si tratta di un’ "idea da prendere in seria considerazione". L’avvenimento nacque all’improvviso nell’estate del 1929. E’ difficile stendere bilanci o consuntivi dell’attività svolta in questi decenni. I fatti parlano da soli e i nomi dei premiati e dei giurati sono già entrati in massima parte nell’olimpo delle patrie lettere.
Un premio – a memoria d’uomo - nato quasi per gioco e per la scommessa personale di tre amici sotto un ombrellone, ma che si è sùbito trasformato in un’occasione di verifica e di confronto per chi ama il mistero della creazione letteraria e del non meno affascinante rapporto tra letteratura e società, tra letteratura e realtà, tra lo scrittore e il lettore suo complice e fratello.
Sulla sabbia del tempo poche volte l’ombra d’un ombrellone è stata più creativa. Un Premio che non si crogiola nei cenacoli e nelle accademie e che grazie alla sua formula specifica ha guadagnato fama, e soprattutto popolarità, perché prodigo ogni anno d’una sorpresa e d’un’invenzione nuova; sempre imprevedibile e fin dalla sua nascita intonato ad una città, Viareggio, fiera della sua storia e della sua vocazione artistica. Potremmo anzi dire che il Premio è talmente identificato con la città da rendere difficile immaginare l’uno senza l’altra. Da qui la ragione primaria della sua continuità, accortamente assicurata dal fondatore Leonida Rèpaci mediante un accordo con la Città solennemente sancito da atti pubblici e rogiti notarili, in base ai quali il Premio conserva intatte l’assoluta indipendenza e la completa autonomia da qualsiasi forma di potere che non sia quello unico dell’onestà intellettuale delle persone che soltanto per passione civile, amore per le lettere e per spirito di servizio animano il Comitato di Gestione e la Giuria.
Senza voler dare ad intendere di propendere per il mantenimento del Premio a Viareggio o il trasferimento a Palmi, sembra doveroso osservare che sarà almeno problematico per la presidentessa Rosanna Bettarini deciderne le sorti.
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