Progetto HORUS II - Il secondo lancio con il solo scopo di riprendere un
video della Calabria dallo spazio è stato effettuato con un pallone
sonda Kaymont 600, lanciato dalla Diga sul Metramo il 6 Agosto 2013 ha
volato fino a una quota di 31000 m. s.l.m sopra la Calabria riportando a
terra delle immagini spettacolari di quasi tutta la Calabria. Questo
video è un riassunto dell'intero volo fino allo scoppio del pallone.
LA REDAZIONE DEL BLOG:
NON FACCIAMO SCAPPARE QUESTI CERVELLI.! SONO VERAMENTE IN GAMBA QUESTI GIOVANI CALABRESI.
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UN PO' DI STORIA.......
Antonino Brosio e il progetto Horus: idee che possono rivoluzionare
il settore aerospaziale privato mondiale. Aveva appena quindici anni,
quando il suo primo razzo vettore, disegnato e costruito personalmente,
ha raggiunto con successo la bassa atmosfera. Oggi di anni ne ha 25
anni, sta per laurearsi in architettura all’università di Reggio
Calabria e gestisce un osservatorio astronomico a Rosarno, alla costante
ricerca di pianeti extrasolari e comete.
La sua passione per le stelle – ammette – è pari soltanto all’amore
per la sua terra e al rispetto che nutre per le proprie origini: ecco
perché la sua prossima impresa, l’ultima e la più ambiziosa tra le idee
di Antonino, sarà di portare entro luglio la Calabria nello spazio. Con
il progetto Horus, dal nome del dio egizio del cielo, Brosio prevede di
portare alla quota di 40 km un importante carico di strumenti
scientifici per studiare l’alta atmosfera e i raggi cosmici, scattando
inoltre la prima foto da pallone sonda da una tale distanza.
L’operazione è destinata a battere più di un record: il primo pallone
aerostatico italiano a raggiungere altezze di questa scala permetterà
l’osservazione della curvatura della Terra, dello stacco tra l’atmosfera
e lo spazio così come lo vedono gli astronauti dalle stazioni spaziali e
di panorami della Calabria e dell’Italia mai catturati prima. “Sin da
piccolo – racconta il giovane scienziato – mi sono sentito dire che il
futuro era fuori di qui, al Norditalia o addirittura all’estero, che le
nostre ambizioni scientifiche non erano adatte a una terra come la
Calabria, descritta spesso come dolente, moribonda, arretrata. ‘I
calabresi – mi hanno detto spesso – sono incapaci di volare alto’. Per
dimostrare quanto falsa fosse questa affermazione, io e il mio socio
Giuseppe D’Agostino (26 enne, laureando in ingegneria delle
telecomunicazioni, anche lui astrofilo appassionato) ci siamo seduti, un
giorno, a un tavolo e abbiamo ragionato: ‘Qual è l’ispirazione più alta
dell’umanità? Qual è la cosa più difficile da fare in assoluto?
Raggiungere lo spazio!’. Se tutto andrà secondo i piani, nel prossimo
luglio i calabresi voleranno ‘altissimo’”. Antonino ci tiene a
sottolineare questo aspetto: “Il progetto è interamente calabrese,
sviluppato da giovani nati e cresciuti in questa terra, che hanno
studiato nelle nostre scuole e università e si sono confrontati con
docenti locali di fama internazionale”.
Personalità come il professore Toni Scarmato, insegnante di matematica e
fisica all’Istituto magistrale Capialbi di Vibo Valentia, astronomo
professionista che vanta collaborazioni importanti con la Nasa e
“cacciatore di comete” famoso in tutto il mondo, noto soprattutto per
aver “catturato” la cometa numero 1000 nelle immagini SOHO. “Il
professore Scarmato – spiega ancora Antonino Brosio – oltre a
consigliarci e guidarci, è presidente della nostra neonata associazione
di ricerca astronomica e aerospaziale, la Magna Grecia Aerospace”,
costituita circa un anno fa e già forte di due progetti completamente
riusciti: “Ozon” (ideazione e realizzazione di un vettore missilistico
riutilizzabile, economico e green, per il trasporto di nano satelliti a
scopo di ricerca sviluppati da scuole e università) e “Stratosfera”
(lancio di un pallone sonda a elio nella stratosfera terrestre a una
quota stimata di circa 40000 metri). La MGAerospace, composta da una
decina di studenti, di età media non superiore ai 25 anni, e altrettanti
professionisti appassionati di astronomia, può vantare inoltre diverse
collaborazioni locali e internazionali, alcune delle quali scelte tra le
eccellenze calabresi. “Per lo sviluppo, l’importazione e la detenzione
dei propellenti dei nostri razzi vettori – racconta il giovane astrofilo
– ci siamo in parte affidati alle competenze e al genio della ditta
Pirotecnica Argirò di Gioiosa Jonica, storica azienda di fuochi
d’artificio: i composti, infatti, pur non essendo pericolosi se presi
singolarmente, possono – in mani inesperte – risultare pericolosi,
dunque il loro uso è severamente regolamentato. Ricordo
inoltre – continua – che il settore missilistico in Italia non esiste.
Possiamo dire che lo stiamo sviluppando noi per primi, dunque ci
troviamo continuamente alle prese con una vera e propria ‘zona bianca’,
ancora tutta da definire”. Antonino sottolinea l’attenzione quasi
morbosa che la sua associazione assicura al rispetto delle regole e
confessa la volontà di far diventare tutto il progetto un esempio esso
stesso di legalità: “Ogni volta che mandiamo un pallone sonda o un
vettore in orbita, attendiamo con pazienza le miriadi di autorizzazioni
necessarie, firmate dagli ufficiali dell’aeronautica militare, sia per
l’importazione dei composti chimici che per la messa in orbita. Per
quanto riguarda gli obiettivi scientifici della missione, Antonino nutre
grandi speranze: “Oltre a indagare la composizione dei gas atmosferici,
la pressione e la temperatura, a scopi soprattutto meteorologici, siamo
riusciti a diventare partner di un importante progetto internazionale
ideato e sviluppato dallo scienziato americano Tom Bailes e ad
accaparrarci un prezioso strumento di rilevazione”. Già professore del
Mit di Boston, Bailes ha ideato il primo telescopio globale per
l’osservazione dei raggi cosmici su scala planetaria, un sistema
composto da centinaia di preziosi dispositivi di rilevazione ognuno dei
quali affidato singolarmente a una sola persona o associazione per
nazione. “In Italia siamo stati noi ad assicurarci l’esclusiva”, rivela
orgogliosamente Antonino. “E abbiamo già fanno una prima importante
scoperta: la Calabria è una delle zone a più alto impatto di GRB
(Gamma-Ray Burst) del globo: circa 1600 eventi al giorno misurati nella
Piana di Gioia Tauro. “Inoltre – precisa Brosio – va fatto presente che
il progetto ERGO è stato pensato per l’osservazione ‘da terra’ dei raggi
cosmici. Quando lo abbiamo contattato per chiedergli come mai non
mandasse in orbita il suo dispositivo, il professor Bailes ci ha
risposto che chiedere un passaggio alla Nasa per uno solo dei suoi
rilevatori gli sarebbe costato cifre insostenibili.
E così gli abbiamo offerto la nostra alternativa ‘low-cost’”. Perché
l’aspetto più rivoluzionario di tutta l’impresa è proprio questo: i
vettori progettati da Antonino Brosio e la sua MGAreospace costano
pochissimo, se non altro rispetto agli standard attuali. A fronte delle
migliaia di euro necessarie per un lancio standard, mandare in orbita
l’apparecchiatura scientifica del progetto Horus costerà soltanto 300
euro. In che modo? “Progettiamo tutto da zero – ci spiega il giovane
scienziato – con le nostre risorse, dal pallone sonda ai sistemi
elettronici. Ciò che non possiamo costruire materialmente, riusciamo a
procurarcelo mandando i nostri disegni e i nostri calcoli ad aziende
esterne, come la Kaimont americana, che ci produce il pallone”.
“Rischiamo davvero – scherza Antonino – di rivoluzionare con le nostre
idee il settore aerospaziale privato mondiale”. Per ora l’associazione è
completamente autofinanziata e senza fini di lucro ma l’intenzione è di
trasformarsi presto nella prima azienda aerospaziale privata d’Italia, e
una delle prime nel mondo. Un polo capace di aggregare le menti
calabresi migliori, mettendole in contatto con istituzioni e partner
internazionali, e potenzialmente in grado di creare lavoro in un settore
attualmente inesistente ma dalle potenzialità incredibili. Il futuro,
d’altronde, ci suggeriscono gli scienziati di tutto il mondo, è nello
spazio, e tra qualche mese la Calabria sarà lì ad attenderlo.
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