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Il COMMENTO DELLA REDAZIONE DEL BLOG -
CI
AUGURIAMO CHE LA DECISIONE PRESA DALL'Avv. CHIZZONITI SIA SOLO DETTATA
DAL MOMENTO DI DELUSIONE ....E AUSPICHIAMO CHE INTELLIGENZE E
PROFESSIONALITA' COME QUELLA DEL GALANTUOMO CHIZZONITI SIANO VALORIZZATE
NELLA PROSSIMA GIUNTA REGIONALE - DI CHIZZONITI NON POSSONO ESSERE
DIMENTICATI L'ATTIVISMO, I PRINCIPI DI LEGALITA' E LA SUA GRANDE
PROFESSIONALITA' IN CAMPO LEGALE - AURELIO NON MOLLARE!!!! LA REDAZIONE
E' CON TE..
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“Fabula
acta est!” (La commedia è finita). Esordisce parafrasando Augusto
Imperatore Aurelio Chizzoniti candidato a Sindaco sostenuto dalla lista
“Reggio nel Cuore” che annuncia il suo ritiro dalla politica. “È così”,
prosegue il Presidente della Commissione
di Vigilanza, “fra infingimenti, raffinati tradimenti, gelide reticenze
e perfide ipocrisie Giuseppe Falcomatà è, a pieno titolo, Sindaco della
Città di Reggio Calabria. Una vittoria con largo margine in ordine alla
quale è a dir poco corretto esaltare il noto brocardo secondo cui “suum
cuique tribuere”, ovvero riconoscere i meriti degli altri”. “Ciò”,
continua Chizzoniti, “indipendentemente dall’indubbio, trainante
vantaggio competitivo saldamente ancorato al blasone del cognome
sicuramente autoreferenziale nella cui ottica però va rispettata la
volontà del popolo sovrano. Lo stesso che, per lo Schopenhauer pensiero,
è tuttavia “un sovrano eternamente minorenne costretto a restare sotto
costante tutela e non può amministrare da sé i propri diritti senza
incorrere in rischi infiniti”. Ovviamente, ben trenta punti di
differenza (alimentati anche da un cdx diviso nei programmi e
paralizzato nell’azione), al di là dell’acuto aforisma del pensatore
tedesco, non consentono strumentali contaminazioni del travolgente
successo di un giovane sicuramente inesperto che comunque va posto nelle
condizioni di governare per verificare se il suo è stato fin qui fatuo
orgoglio o accorta proiezione dell’icona Italo Falcomatà. Autentico,
incontestabile mattatore della recentissima campagna elettorale.
Differendo opportunamente qualsivoglia valutazione, non personale ma
prettamente politico-amministrativa, a tempo debito in sintonia con
Oscar Wilde secondo il cui condivisibile concetto “gli uomini si
giudicano quando partono e non quando arrivano”. Tanto doverosamente
premesso, per quel che riguarda invece la mia partecipazione alla
battaglia affrontata in sintonia con il mio stile ribelle senza padrini e
senza padroni, non posso non ritenermi vittima degli elettori reggini
sempre più “non vedenti” che hanno gratificato il mio poliennale impegno
profuso ultra vires quale “defensor civitatis” su tantissimi versanti
con un misero quanto inspiegabile 1.68 % pari ad appena 1609 voti. A
riprova, ove ce ne fosse bisogno, che da queste parti le opzioni
legalitarie, il disinteressato servizio alla collettività, esperienza,
competenza, coraggio, determinazione e quant’altro portano fatalmente
all’isolamento perché difficilmente governabili al contrario della
mediocrità che per essere tale tranquillizza tutto e tutti. Prendo atto
che l’epilogo della mia carriera politica, nella cui cornice sono stato
eletto tre volte al Consiglio Comunale, una primo dei non eletti, due al
Consiglio Regionale, una volta primo dei non eletti alla Camera dei
Deputati, sempre e comunque servendo l’idea, combattendo a mani nude con
il dovere della mia fede e la fede del mio dovere, si conclude
mestamente inducendomi a pensare che spesso a Reggio gli elettori
incorrono in incredibili distrazioni di massa. Non a caso Gesù di
Nazareth venne crocefisso per volontà popolare che fra un ladrone
(nessun riferimento al neo sindaco) ed un profeta preferì il primo! Ma
non per questo può dirsi che si trattò di una giusta decisione. Non mi
resta quindi che esprimere la mia deferente stima e gratitudine a tutto
lo staff organizzativo, ai candidati, con in testa il testimone di
giustizia Gaetano Caminiti, a quei pochissimi elettori che mi hanno
onorato con un adamantino consenso e che mi stanno esprimendo sincera
solidarietà, ai miei tre figli, alla mia famiglia dei quali ho avvertito
il calore, l’affetto e l’intensa vicinanza in un momento
particolarmente sconfortante ed inappagante della mia vita che
sinceramente mi ero illuso di non meritare. Si conclude, con Reggio
perennemente nel Cuore, la mia lunga esperienza politica ricca di
contenuti ed anche di prestigiosi risultati, nel cui contesto oggi
avverto un proscenio infestato da “avversi numi” che si muovono nella
penombra reggina sempre più bizantineggiante e ghiotta di offuscanti
tentazioni nostalgico-evocative. Che nulla hanno a che vedere con la
“real politik” per cui ben consapevole che questa stranissima Città può
servirsi anche mettendosi da parte, lo faccio “cognita causa” convinto
come sono che la stessa non mi meriti." =========================
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