Calabria in poesia e prosa
Così quella regione "tra due mari, la descrive Guido Piovene nel suo "Viaggio in Italia", nel suo saggio uscito nel 1957:
" ...Questa raccolta di poesie e prose la dedico a mia moglie "Donna Aurelia", nata in quella amara terra Calabria, piena di orgoglio e di cultura."
"La Calabria è rocciosa e spaccata in profonde valli da una cinquantina di fiumi torrenti con pendenze precipitose; il suo manto di boschi, restano oggi solo splendidi avanzi, fu in gran parte distrutto da una popolazione povera, che cercava terreni per il pascolo o per la semina, oppure un immediato guadagno per sopravvivere; e subì di recente l'ultimo grave colpo dagli eserciti d'occupazione. I torrenti scendono a mare nei periodi di piena disfanno la roccia senza difesa e la trascinano con sé. Viaggiare in Calabria significa compiere un gran numero di andirivieni, come se si seguisse il capriccioso tracciato di un labirinto. Rotta da quei torrenti in forte pendenza, non solo è diversa da zona a zona, ma muta con passaggi bruschi, nel paesaggio, nel clima, nella composizione etnica degli abitanti. E' certo la più strana tra le nostre regioni. Nelle sue vaste plaghe montane talvolta non sembra d'essere nel Meezzogiorno, ma in Svizzera, nell'Alto Adige, nei paesi scandinavi. Da questo Nord immaginario si salta a foreste d'olivi, lungo coste del classico tipo mediterraneo. Vi si incuneano canyons che ricordono gli Stati Uniti, tratti di deserto africano ed angoli in cui gli edifici conservano qualche ricordo di Bisanzio. Si direbbe che qui siano franati insieme i detriti di diversi mondi; che una divinità arbitraria, dopo aver creato i continenti e le stagioni, si sia divertita a romperli per mescolarne i lucenti frantumi. Si deve a questo se i viaggiatori stranieri, in Calabria, rimangono disorientati. Non riescono a definirla. La trovano diversa, non solo dalle altre regioni italiane, ma da qualsiasi parte del mondo, e stentano a valutarne la cività. Le influenze greche non vi lasciarano traccia così forte come in Sicilia. Nè la Calabria ha nulla di levantino, nonostante i rapporti coi Paesi ad oriente. Un poeta straniero mi disse un giorno ch'essa ha un fondo piuttosto epico che lirico [...] Ai fitti coltivi, alla popolazione densa lungo il Tirreno, si contrappone il silenzio delle plaghe interne, dove si estendono pascoli e boschi solitari, vuote di uomini l'inverno, perché la loro popolazione stagionale si raduna nei centri. Anche le coste sono a mosaico; senza contare il contrasto tra la ionica e la tirrenica. La tirrenica ha dapprima rocce scossese sulle acque, tra cui gli uomini riescono ad inserire a malapena qualche ritaglio di coltura: il tratto che fu definito della miseria al sole. Ma più a sud si apre la fertile piana di Sant'Eufemia, una delle tre piane che variano nella Calabria il duro paesaggio appenninico [...]. Sotto nel Vibonese, la fertilità si accresce, e si diffonde, come nella "Campania felix", il virtuosismo delle molte colture. Segue la piana di Rosarno, meno ubertosa, ma col mare degli ulivi giganti che penetra alle spalle nella montagna. In ultimo, fino a Reggio, lo sfarzo dei giardini d'agrumi. Sulla costa ionica, la grande piana di Sibari, bonificata ma solcata da decine di letti di torrenti che la minacciano; il marchesato di Crotone, dove si ritrova il paesaggio tipico del latifondo; e lunghi tratti di deserto quasi lunare, d'un giallo pallido, rotti dalle fiumare che portono i monti a valle, magnifici e disperati."
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Casa della Cultura di PALMI
La Casa della Cultura di Palmi è un moderno complesso funzionale, la cui costruzione fu iniziata nel 1968 per volontà dell'Amministrazione comunale e sotto gli auspici dell'On. Giacomo Mancini, al tempo ministro dei Lavori Pubblici.
Intitolata a Leonida Repaci (Palmi 1898 - Marina di Pietrasanta 1985), scrittore, operatore culturale e fondatore del Premio Viareggio, la Casa della Cultura venne inaugurata il 17 Gennaio 1982.
Sorge sulla parte alta della città ed è circondata da un ampio giardino dove sono situate sculture in bronzo e dove spiccano due austere colonne d'età romana, provenienti dal sito archeologico dell'antica Taureana. La struttura, dotata di ampie sale, di un auditorium, e della biblioteca comunale, è sede dei musei civici (riconosciuti musei non Statali con D.M. 15.09.1965), e di una pinacoteca d'arte moderna e con-temporanea Nella Casa della Cultura si svolgono conferenze, dibattiti, concerti, si allestiscono mostre d'arteevengono realizzate manifestazioni culturali di vario tipo; tra gli appuntamenti culturali a cadenza annuale: il Concorso Nazionale di Esecuzione Musicale per Flauto e Musica d'insieme "F. Cilea", giunto alla XXX edizione, e il Premio letterario "Palmi" già all'XI edizione.
Intitolata a Leonida Repaci (Palmi 1898 - Marina di Pietrasanta 1985), scrittore, operatore culturale e fondatore del Premio Viareggio, la Casa della Cultura venne inaugurata il 17 Gennaio 1982.
Sorge sulla parte alta della città ed è circondata da un ampio giardino dove sono situate sculture in bronzo e dove spiccano due austere colonne d'età romana, provenienti dal sito archeologico dell'antica Taureana. La struttura, dotata di ampie sale, di un auditorium, e della biblioteca comunale, è sede dei musei civici (riconosciuti musei non Statali con D.M. 15.09.1965), e di una pinacoteca d'arte moderna e con-temporanea Nella Casa della Cultura si svolgono conferenze, dibattiti, concerti, si allestiscono mostre d'arteevengono realizzate manifestazioni culturali di vario tipo; tra gli appuntamenti culturali a cadenza annuale: il Concorso Nazionale di Esecuzione Musicale per Flauto e Musica d'insieme "F. Cilea", giunto alla XXX edizione, e il Premio letterario "Palmi" già all'XI edizione.
Leonida Rèpaci
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Nella terra di Leonida Repaci
A 25 anni dalla sua morte
di Bruno Chinè
di Bruno Chinè

Scrittore prolifico, ci ha lasciato una ricca produzione di poesie, romanzi, saggi, opere teatrali che abbracciano quasi tutto il novecento. La sua opera maggiore resta la monumentale Storia dei fratelli Rupe che narra le vicende di una famiglia (la sua ) inserita in un contesto regionale, nazionale ed europeo. Racconta mezzo secolo di storia, un’epopea, come Il mulino del Po e Guerra e pace. Si rivela grande narratore e la sua prosa è avvincente anche se priva di quell’afflato lirico presente nel grande narratore russo. Vulcanica anche la sua attività di giornalista. Collabora alle principali testate italiane ed è cofondatore del Tempo. Con l’istituzione del premio Viareggio, si trasferisce in Versilia, dove la moglie Albertina ha interessi di lavoro. Da qui segue lo sviluppo della produzione letteraria italiana ed europea per oltre mezzo secolo. Ma il mondo da cui trae continuamente ispirazione la sua produzione letteraria è quello calabrese. Si tratta d’una Calabria povera, popolata da contadini e braccianti abbrutiti dal lavoro e dallo sfruttamento di baroni e galantuomini. I contadini ed i braccianti hanno fame di terre da coltivare ed invocano una riforma agraria, ma il blocco conservatore, che trova nel Fascismo la sua forza, blocca qualunque tentativo di riforma. Prefetti e galantuomini, al Sud, spesso ostacolano anche la legge che concede ai combattenti terre demaniali. Al Nord le cose vanno in modo diverso: il movimento sindacale di sinistra e le leghe bianche del Miglioli creano gradualmente un’agricoltura moderna ed assicurano un buon tenore di vita a contadini e braccianti. Con la sua Palmi Leonida Repaci mantiene rapporti continui: ogni estate trascorre le vacanze a Villa Petrosa, la casa da lui migliorata ed arredata artisticamente. Qui scrive, pensa e riceve gli amici. Fu proprio durante una visita del suo amico Gaetano Mancini, allora Ministro dei Lavori Pubblici che nasce l’idea della Casa della Cultura. Secondo una testimonianza di Michele Furfaro, amministratore comunale e provinciale per tanti anni, le cose sono andate così: erano seduti sulla guardiola, il balcone che dalla Petrosa s’affaccia a picco sul mare, Leonida Repaci, la moglie Albertina, Gaetano Mancini, ed un gruppo di dirigenti socialisti di Palmi. Durante la conversazione, Repaci chiede al Ministro di finanziare un’opera degna della città di Palmi. Mancini accoglie subito la richiesta, e, ipso facto, telefona al capo del suo gabinetto orinandogli di predisporre, per il prossimo Consiglio dei Ministri, un finanziamento per la costruzione di una Casa della cultura. La struttura oggi è una realtà che accoglie oltre centomila volumi, molti dei quali donazione d’intellettuali palmesi e di altre cittadine della tirrenica. E’ fornita d’una ricca pinacoteca, del museo del folklore e d’un auditorium; accoglie anche una donazione dello stesso Repaci fatta di libri e quadri dei più importanti pittori italiani ed europei, nonché dello stesso donatore. Contiene anche cimeli del grande Cilea. Durante gli ultimi anni di vita, Repaci, che non aveva figli, ha espresso la volontà di lasciare alla sua città natale il suo patrimonio librario ed artistico, come poi ha fatto. Parlando con gli amici, ha espresso il desiderio di essere seppellito in una grotta nei pressi di Villa Petrosa, oggi restaurata dalla Regione e proprietà del Comune. L’idea non è rimasta inascoltata. Lo scultore Maurizio Carnevale ha predisposto il progetto d’un mausoleo proprio nel luogo indicato dallo scrittore. Finora non s’è fatto nulla. La frenetica vita odierna non concede tempo per pensare nemmeno ai grandi morti. Ci auguriamo che l’Amministrazione comunale di Palmi, diretta dall’ottimo sindaco dott. Ennio Gaudio, possa trovare il tempo e le risorse per accogliere la volontà di uno dei suoi figli migliori.
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