venerdì 18 marzo 2011

La mappa dei siti nucleari in Italia: dove potrebbe nascere una centrale nucleare

Un dossier presentato per una interrogazione parlamentare da Ermete Realacci, esponente dell'ala Verde del partito democratico, presenta una mappatura effettuata nel 1979 dei possibili siti per la costruzione di centrali nucleari e siti per la sistemazione delle scorie. La mappa, a cura del Comitato nazionale per l'energia nucleare (CNEN), è stata riconosciuta dal governo come ancora valida. 

I siti devono essere geologicamente stabili, devono avere tanta acqua ed essere relativamente poco popolosi. Se ne trovano in ogni regione italiana, dal Piemonte (a nord di Chivasso lungo il Po e lungo la Dorea Baltea a sud di Ivrea) alla Sicilia (la costa nel comune di Licata, la costa tra Marina di Ragusa e Torre di Mezzo, la costa intorno a Gela e quella a sud di Mazara del Vallo). In Lombardia si segue ovviamente il corso del Po individuando zone a sud di Mantova a sud di Cremona. Le coste del Lazio presentano diversi siti, come la zona costiera di Montalto di Castro (Viterbo); l'area di confluenza tra Nera e Tevere tra Magliano Sabina e Orte (Viterbo); l'area costiera di Borgo Sabotino (Latina). Così la Calabria: la zona costiera tra il fiume Nicà e la città di Cosenza; la zona costiera ionica vicino alla foce del Neto (Crotone) a nord di Crotone (Marina di Strongoli, Torre Melissa, Contrada Cangemi, Tronca); la zona costiera ionica in corrispondenza di Sella Marina, tra il fiume Simeri e il fiume Alli (Catanzaro).
In arancione i siti nucleari identificati dal CNEN. Clicca sull'immagine per ingrandire la mappa.
Per quanto riguarda le scorie, sono state individuate 52 aree che avrebbero le caratteristiche per sistemare i siti di smaltimento. Le aree sono ciascuna di circa 300 ettari, devono poter accogliere oltre ai depositi per le scorie di varia gradazione anche il parco tecnologico che a regime avrà oltre mille ricercatori. Ce ne sono in quasi tutta Italia, in particolare in provincia di Viterbo, nella Maremma, al confine tra Basilicata e Puglia, le colline emiliane, il piacentino e il Monferrato. Le zone saranno scelte in accordo con le regioni attraverso un'asta: la città che accetterà di avere nel proprio territorio una zona di smaltimento scorie riceverà forti incentivi economici.

Nessun commento:

Posta un commento