domenica 19 ottobre 2014

RTI -Gianluca Persico interviene sulle problematiche.......



DA RTV REGGIO
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RTI -Gianluca Persico interviene sulle problematiche che investono il servizio Regionale di monitoraggio idrografico della regione Calabria, evidenziando la quasi TOTALE FRAGILITA' del territorio Calabrese in merito al dissesto idrogeologico.....la Calabria  rischia nuove tragedie come Soverato - Bivona - Maierato....Il servizio di sorveglianza idraulica dovrebbe rispondere alla Prevenzione innanzitutto, ma purtroppo ad oggi per il non finanziamento nel capitolo di bilancio che lo riguarda non puo' essere attivo al 100%.......



SERVIZIO DI SORVEGLIANZA E MONITORAGGIO
DELLA RETE IDROGRAFICA DELLA CALABRIA
Secondo un rapporto Ance-Cresme, una scuola su dieci è a potenziale rischio: 6.400 edifici scolastici, sui 64.800 totali presenti in Italia, sorge infatti in un’area a rischio frana o alluvione. Lo stesso discorso vale per gli ospedali: 550 strutture si trovano in una zona a rischio. Ma non siamo sicuri neanche nei luoghi di lavoro: sono 46.000 le industrie che si trovano in territori a rischio idrogeologico e se contiamo anche gli uffici, i negozi e le altre attività saliamo a 460.000. Secondo Legambiente, il costo complessivo dei danni provocati in Italia da, frane e alluvioni dal 1994 a oggi è di 242,5 miliardi di euro, circa 3,5 miliardi l’anno.
Secondo la Coldiretti a causa delle frane e delle alluvioni, sono morte oltre 4.000 persone dal 1960 ad oggi. Con i cambiamenti climatici, sottolinea sempre la Coldiretti, è sempre più urgente investire nella prevenzione.
-    costo per la ricostruzione di un chilometro quadrato di area colpita: € 130 milioni;
-    costo medio della ricostruzione di un singolo comune: € 800 milioni;
-    costo medio per abitante residente nell’area colpita: € 520 mila;
-    costi dei  disastri ambientali tra il 1968 e il 2003 oscillano sui 146 miliardi di euro.
Tutto questo senza considerare i costi in termini di vite umane e il patrimonio culturale che viene distrutto.
Nella classifica delle regioni a maggior rischio idrogeologico, con il 100% dei comuni esposti, in cima troviamo la Calabria.
In Calabria il Servizio di Sorveglianza e Monitoraggio della Rete Idrografica Regionale, definito un servizio pubblico essenziale, è affidato alla nuova Azienda Calabria Verde, azienda costituita da 8.000 dipendenti (circa) tutti regolarmente pagati “tranne” i 308 lavoratori che svolgono questo prezioso e fondamentale servizio di prevenzione. Prevenzione che avrebbe potuto salvare la vita ai 13 morti nell’alluvione di Soverato a Settembre del 2000 o salvare le vite ad altre 4 persone morte nell’alluvione di Vibo Valentia del 2006 senza calcolare i soldi spesi per “riparare” i danni causati dalle alluvioni che ogni anno colpiscono la nostra Regione.
Ad oggi i lavoratori del servizio vantano 4 mensilità non corrisposte oltre all’indennità chilometrica da aprile a tutt’oggi e alla mancata copertura economica fino al 31/12/2014. Ovviamente parliamo di “dipendenti” regolarmente assunti attraverso una selezione pubblica  nel dicembre 2010 e passati (dal 1 aprile 2014) ad un contratto full-time attraverso la legge Regionale n. 25 del 16 maggio 2013, peccato che qualcuno si sia “dimenticato” di controllare che ci fosse la copertura finanziaria.
Nonostante tutto i lavoratori, con grande senso di responsabilità e di abnegazione, continuano a mantenere vivo il servizio (che per legge non può essere interrotto) “anticipando” di tasca propria, grazie all’aiuto di genitori, parenti e amici, le spese per effettuare le perlustrazioni con le proprie auto (non avendo l’Azienda fornito, per come previsto, le auto di servizio).
E pensare che il servizio attraverso le sanzioni in materia ambientale (discariche abusive, scarichi, cave, prelievo inerti ecc.) potrebbe portare nelle casse Regionali, secondo una stima dell’Autorità di Bacino, una somma pari a 20.000.000,00 di Euro, somma da investire nella prevenzioni dei disastri oltre a dare un contributo fondamentale nel mantenere puliti i torrenti ed evitare cosi l’inquinamento marino che è diventato oramai, purtroppo, una caratteristica della nostra regione.

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