Ponte sullo Stretto. Due anni per valutarne la fattibilità
1 novembre 2012- Il Cdm ha deciso di
''prorogare, per un periodo complessivo di circa 2 anni, i termini per
l'approvazione del progetto definitivo del Ponte sullo stretto di Messina
al fine di verificarne la fattibilità tecnica e la sussistenza delle
effettive condizioni di bancabilità'''. E' quanto si legge nel
comunicato di palazzo Chigi.
''Il Consiglio dei Ministri – si legge nel
comunicato stampa diffuso al termine del Cdm – ha deciso di prorogare,
per un periodo complessivo di circa 2 anni, i termini per l'approvazione
del progetto definitivo del Ponte sullo stretto di Messina al fine di
verificarne la fattibilità tecnica e la sussistenza delle effettive
condizioni di bancabilità'''.
''Tale decisione – prosegue la nota – e' motivata dalla necessita' di contenimento della spesa pubblica,
vista anche la sfavorevole congiuntura economica internazionale, ed è
in linea con la proposta della Commissione europea dell'ottobre 2011 di
non includere piu' questo progetto nelle linee strategiche sui corridoi
trans-europei. Solo tali opere, infatti, possono godere del
co-finanziamento comunitario. Qualora in questo periodo di tempo non si
giungesse a una soluzione tecnico-finanziaria sostenibile, scattera' la
revoca ex lege dell'efficacia di tutti i contratti in corso tra la
concessionaria Stretto di Messina spa e il contraente generale, con il
pagamento delle sole spese effettuate e con una maggiorazione limitata
al 10%''.
''Questa nuova procedura – si precisa ancora nel testo – dovra'
essere accettata dal contraente generale tramite la sottoscrizione di un
atto aggiuntivo al contratto vigente. In ogni caso – si conclude – durante il periodo di proroga, previa deliberazione del Cipe, potranno
comunque essere assicurati sui territori interessati interventi
infrastrutturali immediatamente cantierabili, a patto che presentino una
funzionalita' autonoma e siano gia' compresi nel progetto generale''.
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PONTE
SULLO STRETTO. NACCARI (PDL) BENE RINVIO E NIENTE PENALE. SE NON SI
PUO' FARE L'OPERA, FACCIANO UN TUNNEL SOTTOMARINO COME MANICA.
Roma 1 nov 2012 - "Ci auguriamo che alla fine dei due anni di verifica della fattibilità, come ha stabilito ieri sera il Consiglio dei ministri, il Ponte sullo Stretto si faccia. Se
Roma 1 nov 2012 - "Ci auguriamo che alla fine dei due anni di verifica della fattibilità, come ha stabilito ieri sera il Consiglio dei ministri, il Ponte sullo Stretto si faccia. Se
proprio non si può fare il Ponte per motivi tecnici, studiamo un Tunnel
sottomarino come nella Manica. Di questo collegamento ne hanno bisogno
il Mezzogiorno, l'Italia e l'Europa". Lo afferma Domenico Naccari,
Delegato ai rapporti con le comunità regionali del Sindaco di Roma
Gianni Alemanno. "La buona notizia - aggiunge Naccari - è che i
contribuenti non pagheranno centinaia di milioni di euro di penale al
consorzio che dovrebbe realizzare l'opera. Sarebbe stata una beffa
clamorosa per Calabria, Sicilia e tutto il Paese: Senza Ponte, ma con
larga parte dei soldi pubblici buttati in penali. Ai signori del "No"
come Realacci, politici che pur di rinunciare all'opera avrebbero gioito
nel regalare questi quattrini pubblici al Consorzio, noi affermiamo -
dice ancora il delegato di Alemanno - la volontà di modernizzare il Sud
con la costruzione del Ponte sullo Stretto di Messina e di altre opere
strategiche per il decollo della Calabria e dell'intero Mezzogiorno.
Opere come l'autostrada Jonica Taranto-Reggio Calabria e l'Alta velocità
ferroviaria Salerno-Palermo via Reggio Calabria insieme
all'ammodernamento della tratta ferroviaria jonica, davvero fatiscente, e
l'intero sistema viario interno che è rimasto agli anni '30. La
Politica - prosegue Naccari - deve guardare avanti in questa direzione.
Deve poter guardare oltre, ai prossimi duecento anni e non alla prossima
legislatura. Per questo deve compiere tutti gli sforzi per realizzare
grandi opere che saranno la leva per attarre investimenti e il motore
per generare lo sviluppo. Ieri c'era la Lega di Bossi che ci
rimproverava tutto in modo pregiudiziale, finanche i soldi per
l'ammodernamento della Salerno Reggio Calabria, mentre il Cipe per il
Nord stanziava miliardi di euro sotto il silezio di tutti. Ora che non
c'è più la Lega si può pensare a grandi progetti infrastrutturali in
pieno Mediterraneo. Anche l'Europa - conclude Naccari - deve comprendere
che solo investendo sul Mediterraneo è possibile la crescita
dell'intero Continente".
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