martedì 11 dicembre 2012

Leucemia, una bambina guarisce con cellule immunitarie riprogrammate



                   LA GRANDE  SPERANZA.....

Leucemia linfoblastica acuta: cellule T contro cellule B

cellule

Leucemia, una bambina guarisce
con cellule immunitarie riprogrammate

Il sistema immunitario della piccola è stato alterato usando il virus Hiv disattivato, per aggredire le cellule tumorali. A sette mesi dal trattamento, nessuna traccia del cancro. I ricercatori hanno presentato il caso alla società americana di ematologia: "In futuro potrebbe sostituire il trapianto di midollo"


Leucemia, una bambina guarisce con cellule immunitarie riprogrammate

Emily Whitehead era malata di una grave forma di leucemia - ma ora è guarita grazie ad una nuova tecnica di riprogrammazione cellulare.

La notizia arriva dagli Stati Uniti e precisamente dal Children's Hospital di Philadelphia dove la piccola era ricoverata perchè aveva già avuto due ricadute e il suo organismo non rispondeva alla chemioterapia.

I ricercatori americani hanno prelevato alcuni milioni di cellule T, le cellule del sistema immunitario, e utilizzando un virus Hiv disattivato le hanno riprogrammate per fare in modo che imparassero a riconoscere i linfociti B, altre cellule del sistema immunitario che però con la leucemia impazziscono e diventano maligne. 
INSEGNARE al sistema immunitario a riconoscere le cellule tumorali per curare la leucemia, o per lo meno farla sparire per mesi: è quasi una favola natalizia la storia di Emma, una bimba di sette anni la cui guarigione miracolosa suggerisce una nuova via per la cura del tumore del sangue. La piccola gravemente malata, ad un soffio dalla morte per una leucemia linfoblastica acuta, è divenuta la prima bambina cui è stato rieducato il sistema immunitario per fargli eliminare il cancro. 

Grazie alla terapia sperimentata dai ricercatori del Children's Hospital di Philadelphia fino a questo momento, a sette mesi dal trattamento, nella bimba non c'è più traccia del tumore. E se la sperimentazione avrà successo, spiegano i ricercatori che hanno presentato il caso insieme agli altri su cui stanno lavorando al convegno della società americana di ematologia ad Atlanta, negli Stati Uniti, la terapia potrebbe sostituire il trapianto di midollo, spesso l'ultima spiaggia per i pazienti.

Il trattamento, che fino allo scorso aprile era stato provato solo su pochi adulti, consiste nel prelevare qualche milione di cellule T, un gruppo di cellule del sistema immunitario, e attraverso il virus Hiv disattivato 'insegnare' loro a riconoscere le cellule B, anche loro facenti parte delle difese dell'organismo ma che nel tipo di leucemia della paziente impazziscono diventando maligne. Una volta corretti i linfociti T vengono reimmessi nel sangue, dove si moltiplicano e, almeno in teoria, eliminano il cancro: "Tre settimane dopo il trattamento Emily era in remissione - racconta Stephan Grupp, uno dei ricercatori, sul sito dell'ospedale - abbiamo controllato il suo midollo osseo dopo tre e sei mesi, e ancora non c'era nessun segno della malattia. Le cellule che combattono il cancro sono ancora nel suo organismo".

"Emma" (Emily) Whitehead faceva parte di quel 15 per cento di malati che non risponde alla chemioterapia tradizionale, e quando ha varcato la soglia dell'ospedale in Pennsylvania aveva già avuto due ricadute della malattia. La sperimentazione in corso sugli adulti ha avuto risultati contrastanti, con alcuni successi e altri pazienti che non hanno risposto. Ma i passi in avanti compiuti fin qui hanno convinto la multinazionale Novartis a scommettere sul team di ricercatori destinando 20 milioni di dollari per la costruzione di un centro ricerche che dovrebbe portare il trattamento sul mercato, se possibile estendendolo oltre che a tutti i tipi di tumori del sangue anche a quelli solidi: "Il nostro obiettivo è avere una cura per la leucemia, ma ancora non usiamo questa parola - ha spiegato al New York Times Carl June, il principale ricercatore coinvolto - speriamo che un giorno questo sistema possa rimpiazzare il trapianto di midollo, una procedura ancora più rischiosa e costosa".


COS'E' LA LEUCEMIA LINFOBLASTICA ACUTA
La leucemia linfoblastica acuta (ALL, Acute Lymphoblastic Leukemia) è la più comune forma di tumore nell’infanzia.
Le cellule leucemiche si accumulano nel midollo osseo, sostituiscono le normali cellule e diffondono nei vari organi, come il fegato, la milza, i linfonodi, il sistema nervoso centrale, il rene e le gonadi.
La maggiore incidenza della malattia si ha nei bambini di età compresa tra i 3 ed i 5 anni. Il tumore risponde alla chemioterapia. 
Una remissione completa iniziale si ha in quasi il 99% dei bambini con leucemia linfoblastica acuta di nuova diagnosi nell’arco di 4-6 settimane.
Dopo l’ottenimento della remissione completa la terapia è poi continuata per un periodo di circa due-tre anni.
La guarigione definita è alta, pari all’80% circa dei bambini in remissione completa. 
Il termine acuta si riferisce alla rapidità di insorgenza dei sintomi e della progressione della malattia che, se non curata, può condurre a morte in breve tempo, a differenza della leucemia cronica il cui decorso è in genere molto meno tumultuoso

Quali sono le cause della leucemia linfoblastica acuta?
Sostanzialmente sono sconosciute. Sicuramente non è ereditaria, cioè non può essere trasmessa dai genitori ai figli. C'è il sospetto, ma non la prova definitiva, che alcune sostanze possano provocare una leucemia linfoblastica acuta:  
- le radiazioni ionizzanti ( le leucemie  acute sono più frequenti nei sopravvissuti alle bombe atomiche di Hiroshima  e Nagasaki o in soggetti trattati con radioterapia per altre neoplasie; )  
- il fumo di sigaretta; è stato calcolato che circa un quarto di tutte le leucemie siano dovute al fumo;  
- benzene, sostanza contenuta nel petrolio e nella benzina; 
- alcuni farmaci usati per la cura dei tumori (ma non tutti!), specie se usati in combinazione con la radioterapia
   
Sebbene alcuni virus siano in grado di provocare tumori negli animali, non c'è evidenza che questo avvenga anche nell'uomo.   
Alcun casi di leucemia infantile insorta nei primi mesi di vita possono essere state causate da infezioni o esposizione durante la vita intrauterina a radiazioni ionizzanti. Nella maggioranza dei casi non si riesce ad identificare una causa scatenante.   

Come si manifesta la leucemia acuta?
Purtroppo non ci sono sintomi che consentano sicuramente di porre una diagnosi di leucemia acuta a prima vista. I disturbi dipendono innanzitutto dalla diminuzione delle cellule mature nel sangue, cosicché si potranno avere:  
- astenia, facile stancabilità , palpitazioni, difficoltà di respiro (a causa della mancanza di globuli rossi)  
- febbre ed infezioni, a causa della mancanza di globuli bianchi maturi e funzionanti
- petecchie, ecchimosi, epistassi ed altre manifestazioni emorragiche da mancanza di piastrine  
- rigonfiamento di linfonodi
- dolori ossei


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