mercoledì 13 novembre 2013

le accuse a carico dei 40 indagati - GLI SCAVI SOTTO L'ACQUA....

Inchiesta scavi Sibari: le accuse a carico dei 40 indagati

Omissione d'atti d'ufficio, violazione dei vincoli paesaggisti e archeologici, occupazione d'aree demaniali e concorso in delitti colposi in danno. Sono le accuse formulate a vario titolo dalla procura della Repubblica di Castrovillari nell'ambito dell'inchiesta sull'esondazione del fiume Crati che lo scorso 18 gennaio ha provocato l'allagamento dell'area archeologica di Sibari. Le contestazioni sono a vario titolo ipotizzate nei confronti delle quaranta persone sottoposte a indagini, cui nei giorni scorsi è stato notificato il provvedimento di proroga delle indagini preliminari da parte della procura della Repubblica di Castrovillari titolare dell'inchiesta.

Un passo che è valso come informazione di garanzia nei confronti degli indagati. Tra loro il commissario delegato per l'emergenza idrogeologica, Domenico Percolla, e la direttrice del polo archeologico sibarita, Silvana Luppino, l'attuale sindaco di Cassano, Gianni Papasso, e i suoi predecessori Mimmo Lione (sindaco facente funzioni dal febbraio al maggio del 2012) e Gianluca Gallo (oggi consigliere regionale dell'Udc). A completare l'elenco, i nominativi di funzionari della Provincia, dell'Afor, dell'Autorita' di bacino e dei proprietari di alcuni agrumeti realizzati nell'alveo del fiume Crati. Proprio la loro presenza, secondo l'accusa, sarebbe stata determinante per l'esondazione del fiume e quindi l'allagamento degli scavi di Sibari. Sono al vaglio del Tar di Catanzaro le ordinanze con cui i sindaci di Cassano e Corigliano, i due municipi interessati dall'ultimo tratto del Crati prima dello sbocco nello Jonio, hanno imposto l'eliminazione degli agrumeti. Nei mesi passati i giudici amministrativi hanno concesso la sospensiva ai proprietari delle coltivazione, bloccando i provvedimenti comunali. A marzo il Tar dovra' entrare nel merito delle ordinanze e decidere se lasciarle attive o annullarle.

Sull'inchiesta relativa all'inondazione del parco archeologico di Sibari e' intervenuto il consigliere regionale dell'Udc ed ex sindaco di Cassano, Gianluca Gallo, che è uno dei quaranta destinatari dell'informazione di garanzia da parte della procura di Castrovillari. "Con riferimento al mio coinvolgimento nelle indagini portate avanti da Carabinieri e magistratura per far luce sulle cause e sulle responsabilità della drammatica esondazione del fiume Crati, che il 18 gennaio scorso sommerse il parco archeologico del Cavallo - è scritto in una nota - pur non avendo notizie ulteriori a quelle divulgate dagli organi di informazione in relazione ad un'inchiesta che s'apprende essere ancora in divenire e nell'ambito della quale nessuna imputazione è stata formulata a mio carico, confermo piena, pienissima fiducia nell'operato degli investigatori e degli inquirenti, ai quali assicuro massima disponibilità e collaborazione". Gianluca Gallo ritiene "necessario, approfondire ogni aspetto della vicenda affinchè non residuino zone d'ombra. Solo così potrà emergere la verità: non solo il Comune, del quale peraltro non ero più sindaco da un anno - aggiunge l'esponente dell'Udc - non aveva alcuna responsabilità e competenza in ordine alla manutenzione degli argini con il loro cedimento causa del disastro, ma durante la mia sindacatura l'amministrazione comunale ed i competenti uffici non hanno mai mancato di segnalare la criticità della situazione e di richiedere e sollecitare, per iscritto e persino a mezzo stampa, gli interventi indispensabili". (AGI)

 

 

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