sabato 16 novembre 2013

Reggio, Raffa scrive al Vaticano e invita Papa Francesco in città: La Segreteria di Stato si dice possibilista

 Reggio, Raffa scrive al Vaticano e invita Papa Francesco in città: La Segreteria di Stato si dice possibilista


 Sabato 16 Novembre 2013 11:42
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Una visita di Papa Bergoglio a Reggio Calabria è possibile. Secondo fonti  vaticane, il Sommo Pontefice   potrebbe aderire all’invito formulato nei mesi scorsi dal Presidente della Provincia. In una lettera  inviata a Giuseppe Raffa, la Segreteria di Stato del Vaticano, infatti,  evidenzia  che il Papa  ha deciso di tenere presente  tale richiesta. A comunicarlo è una nota diffusa dal Portavoce del Presidente della Provincia, che si riporta integralmente: “Con lettera del 27 agosto scorso – si legge in un passo della missiva a firma di mons. Peter B. Wells  -,  Ella  ha  formulato il cordiale invito al Sommo Pontefice  di recarsi in visita a codesta Provincia ed ai suoi abitanti. Il Santo Padre ha vivamente apprezzato il cortese gesto e i sentimenti che l’hanno motivato”.
Nel messaggio  datato 2 novembre, si legge   che Papa Bergoglio, “mentre esorta a perseverare nella preghiera per la Sua persona e per il Suo servizio alla Chiesa,  assicura che terrà presente il desiderio manifestato, volentieri impartendo a Lei e alle amate genti dell’intera Calabria la Sua benedizione”. 
Lo scorso mese di agosto il Presidente della Provincia  così scriveva al Papa: “Santità, il Vostro amore per gli ultimi ha fatto rinascere  la speranza nei cuori di milioni di persone  sempre più in balia degli egoismi  del capitalismo finanziario  che, simultaneamente,  considera l’uomo  consumatore  e merce.  La società dei consumi, in cui tutti siamo nel e sul mercato, trancia le nostre radici accompagnandoci nella cosiddetta era liquido-moderna, portatrice del relativismo e della cultura del disimpegno. Tutto è diventato veloce, incontrollabile e il vertiginoso ritmo del cambiamento ci costringe ad essere membri di una società totalizzante, incontrollabile e sconosciuta.  La Calabria, al pari di altre regioni del mondo, è la patria degli ultimi: qui, le antiche povertà s’incontrano con la dolorosa condizione che accompagna  i flussi migratori di quanti   abbandonano  la terra natia  in cerca di libertà e lavoro.  Chi meglio dei calabresi, popolo di emigranti, comprende il fenomeno dell’immigrazione che vede protagoniste persone con storie socio - culturali e religiose diverse dalla nostra. A questi fratelli, i calabresi, oltre alla solidarietà ( quella vera) nulla, o quasi, possono offrire in quanto essi stessi  lottano disperatamente  per sopravvivere. Tra stereotipi negativi e “globalizzazione dell’indifferenza”, la vita di intere comunità, giorno dopo giorno, si consuma nell’ostentamento  dell’occidentalizzazione: un modello  che continua ad allontanarsi dalla vera  dimensione umana.  Santità, il nostro è un popolo  che, oggi come nei momenti più difficili della sua storia, si affida alla fede  cristiana per mantenere viva la fiammella della speranza  di  far parte di una società più giusta e solidale. L’avidità della politica e la corruzione di uomini e partiti, con questi ultimi che si prefiggono di catturare il consenso a tutti i costi, allargano i confini delle diseguaglianze esponendo i cittadini, in particolare i giovani e le fasce deboli, alle lusinghe della criminalità organizzata la cui pervasività  ha raggiunto livelli che fanno temere sia  per la coesione sociale sia   per  l’imparzialità delle istituzioni elettive”. 
La lettera di  Raffa prosegue: “La religiosità dei calabresi  affonda le sue radici nella spiccata spiritualità  Mariana  che li aiuta  a sopportare le sofferenze causate  dalla mancanza di occupazione, dalla scarsità dei mezzi di sussistenza  che provocano  l’improvviso passaggio dall’indigenza alla povertà. La Calabria è  alle prese con una crisi profonda.  Anche qui, come d’altronde in tutto il Paese, la conflittualità avvelena i rapporti tra e all’interno degli schieramenti   politici  che vedono  nell’altro  il nemico  da  sconfiggere, il male da debellare.  In una società povera, le contraddizioni sono più presenti e destabilizzanti che altrove, con la rassegnazione compagna di viaggio della famiglia  i cui valori, da queste parti, continuano a  svolgere il ruolo di collante tra vecchie e nuove generazioni.   E’ importante –  dice ancora Raffa - costruire un nuovo ordine sociale e, lo affermo da cristiano e da cattolico, di  una nuova evangelizzazione  non solo per i laici, ma anche per la Chiesa che deve rinnovarsi  nella persona dei pastori che dovranno mettere da parte il carrierismo ed operare tra e per la gente.  A tutti i livelli, la Calabria ha bisogno di uomini liberi e  coraggiosi: sponsor del bene comune  da raggiungere anche  se ciò dovesse richiedere di portare la croce  o di essere perseguitati”.  Ed ancora: “Santo Padre, ci rivolgiamo a Voi   come al novello san Paolo formulando  l’invito a visitare  questa terra  in cui  fede e cultura scandiscono il tempo della  sua millenaria storia. Ogni giorno che passa, però, notiamo che tanta gente perde la speranza: uccisa dall’ingordigia umana, dall’individualismo, dall’avidità della ‘ndrangheta, dalla sete di potere della classe politica. Un popolo che perde la speranza fatica a programmare il suo futuro e lo rende incapace di affrontare le sfide  per costruire una società a misura d’uomo.  Quest’accorata richiesta, Santità, è quella di un intero popolo oppresso ed emarginato che vede nel successore di Pietro la luce che indica la via del  definitivo riscatto di questa terra dalle sue ataviche povertà”.

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